giovedì 3 marzo 2011

Gigli rossi e cactus smeraldini nella luce rosata della sera.

A rocca Penna, detta anche Borgone alta, c'è uno dei gioielli dell'arrampicata torinese.
Aperta da Giancarlo Grassi nel 1982, "Gigli rossi e cactus smeraldini nella luce rosata della sera" fu teatro di una storica libera di Marco Bernardi e venne ad ispirazione di Alessandro Gogna per un bellissimo capitolo di "Rock story".
Oggi si presenta in 3 bellissimi tiri che inglobati in un omogenizzazione generale della parete rischiano di perdere il loro valore storico.

Voglio raccontarvi il piccolo stupro che ha subito questo capolavoro della scalata granitica...

Ma per comprendere a pieno questa denuncia, a mio avviso, sia necessario analizzare le differenze che intercorrono fra un restauro ed una trasformazione.
Se da un lato penso che la via del restauro filologico (come ad esempio utilizzare chiodi realmente appartenuti a Grassi o riprodurne di identici) non sia la più corretta da utilizzare sulle vie di roccia, dall'altro credo che la trasformazione uccida tutto ciò che è stato, facendo perdere così ogni valore alle azioni di chi ci ha preceduto.
La mia idea di restauro è quindi quella di un intervento che metta in sicurezza una via senza cambiarne troppo il carattere e che ne esalti le qualità storiche e culturali.
Rocca Penna è stata interessata da un progetto di richiodatura finanziato dal comune di Borgone. Chiodatura, sentiero, disgaggio e sistemazione della base trovo che siano state fatte in maniera impeccabile anche se avrei preferito una maggior caratterarizzazione delle vie.
Tutti gli itinerari sono stati chiodati sistematicamente con "resinati" da 10mm distanziati regolarmente di 2/3 metri. Al contrario io avrei preferito lasciare un paio di vie da proteggere e magari un altro paio miste, cosicché chi avesse voluto imparare a muoversi in un terreno diverso avrebbe avuto la sua palestrina vicina alla città. In ogni caso sarebbero comunque rimaste quasi quindici vie interamente a spit con chiodatura assolutamente omogenea.
Ma questo resta desiderio ed interpretazione personale.
Purtroppo, come dimostra questa foto, la situazione su "gigli rossi e cactus smeraldini nella luce rosata della sera" va ben oltre l'omogenizzazione ed il restauro.
La via in questione, infatti, partiva in comune con la "Via centrale" e poi girava a destra sotto un tetto,con un bellissimo primo tiro che è stato richiodato, ma non attribuito alla via. Le è invece stato attribuito come primo il monotiro "bel movie", un vecchio progetto mai liberato che per essere omogeneizzato con il resto della via ha subito due grandi scave orizzontali nel liscio più totale. La cosa tragicomica è che "bel movie" non aveva suscitato l'interesse degli arrampicatori non in quanto impossibile, visto che sotto le mie dita che non hanno utilizzato le scave si è rivelato non più di 7b, ma in quanto semplicemente brutto!
...e, per finire l'opera di trasformazione, il nome della via è stato cambiato in "Gigli rossi"!!
Povero gioiello di Grassi.... vi siete accorti qual'è il risultato di tutto ciò?
"Bel movie" annullata, una via trasformata e un nome cambiato! E se non esistessero altre pubblicazioni oltre al sito Altox e i tabelloni sotto parete tutta questa memoria andrebbe perduta.
Per concludere il quadro delle trasformazioni avvenute a rocca Penna, devo segnalare la schiodatura, da parte di chi ha preso l'appalto, del monotiro "apprendista stregone": questo fortunatamente è stato da poco richiodato da Michele Amadio che lo ha anche liberato, aggiungendo un bel 7c naturale alla scalata granitica val susina.

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