lunedì 30 settembre 2013

Legittima visione

...il video...
... è una via pazzesca, il diedro perfetto, anzi il "più" perfetto di tutta la valle Orco!
 L'ho chiodato in più riprese ed a volte restavo un po' scoraggiato nel non trovare un climber che potesse provarlo...
E poi... cavolo, mancava una presa per completare la visione che avevo dei movimenti!
Fino a chè quel giorno, mentre aspettavo i ragazzi appeso sulla corda fissa per far foto, eccola, la vedo, la spazzolo, è la tacca fondamentale...
Villanueva arriva con una grinta pazzesca, a già sbagliato due sezioni ma sembra che salga per la rot-punkt... Vede la tacca segnata, ci arriva...  grida! "Ca passe"!
é un emozione enorme per me scoprire che il sogno è realizzabile (anche se attraverso le dita di un altro). Vedere da vicino (anzi vicinissimo) uno dei più forti granitisti al mondo esprimersi su quei movimenti
è un emozione che voglio condividere!

Ferrino Rock Slave

...dal mio punto di vista?

Solitamente d'estate faccio la Guida nel senso più classico, porto i clienti sulle vette.
Non ero certo contento di perdere quindi un intera settimana di lavoro nel cuore del bel tempo settembrino.
A "Rock slave" finito invece ero, e ora sono, una persona nuovamente realizzata. Avevo bisogno di ricominciare a nutrire il mio estro, il quale quando si incontra con quello di Marzio Nardi fa scintille... Scintille che in questo caso hanno dato vita a meravigliose fiamme!

Avrei voluto raccontarvi la spedizione dal mio punto di vista, ma quanto ho letto le parole del Nardi mi sono reso conto che non c'è altro da aggiungere...

[...Solo l’ultimo giorno ci ho riflettuto.
Fino a quel momento era come se il tempo, quello che misuriamo ogni giorno con l'orologio, fosse sparito. Meglio, era come
 se scorresse in un altro modo: nell'erba, che mano a mano s’asciugava, nel sole, che diventava più caldo, oppure nello scorcio di valle che cambiava colore.

Il nostro tempo nasceva nell'entusiasmo della mattina presto e finiva la sera nella stanchezza, nella fame, nel dolore alle gambe e nel mistero. Mistero sul giorno dopo, sul futuro. Su ciò che avremmo fatto domani

Nel vallone di Unghiasse non ci sono guide, settori, gradi o righe di magnesite. C'e' una distesa d’erba di 2 chilometri che a poco a poco lascia spazio alla roccia. Dal masso sul quale sedersi la sera a quello che, dalla cima, ci mostrava in prospettiva la valle, tutto era pietra nella quale perdersi. Pietra brutta, pietra coperta di lichene, pietra bella, pietra bassa, pietra piatta, pietra alta, pietra, pietra, pietra…

In mezzo a tanta pietra ci siamo sentiti inadeguati, disorientati e deboli, incapaci di salire su un sasso, incapaci persino di cadere sui rododendri che ci inghiottivano a ogni passo. Forse non eravamo all'altezza di fare quello per cui eravamo li: trovare una pietra su cui salire. Cosa c’era di sbagliato? Cosa cercavano e non riuscivano a trovare le braccia e le dita?

Cercavano quello che fino a ieri avevano toccato. Cercavano gradi, difficoltà, come lo sguardo cerca l'orologio al polso per sapere che ora è. E mentre misuravamo la fatica degli avambracci per la gloria di uno sforzo al limite, nell'ombra, fra l'erba che si asciugava piano piano, centinaia di “linee” attendevano un po' di magnesite che le disegnasse. Ci è voluto almeno un giorno intero, un giorno di tempo "vero", per capire che l’unica cosa da fare era liberare l'istinto e, finalmente, scalare.
Il resto è solo cronaca. ...]    
Marzio Nardi

  
Il resto sono immagini, filmati ed una cronaca...
Cronaca di nuovo raccontata dal Nardi, il quale mi rende un tributo che immagino di meritare ma non sento per nulla dovuto. 
Proprio per questo grido dal cuore: Grazie!
Tutto su: http://rock-xp-rience.blogspot.it/2013/09/experience-rock-report.html