mercoledì 22 febbraio 2012

Ghiacco 2012: riflessioni di mezz'inverno...

Un inverno iniziato tardi e che sembra finire presto...
Eppure i ghiacciatori non si sono certo persi d'animo, hanno atteso, atteso, e nonostante le condizioni avverse hanno reso la stagione eccitante!
Diciamo che 20 giorni di freddo intenso hanno acceso l'umore dei vari collezionisti, così che appena le cascate di bassa valle hanno toccato terra è scattata l'euforia.
Dalla val di Susa alla val d'Aosta sono state salite alcune rarità, mentre qualcun'altra come "A5 uscita glaciolandia" è sfuggita; questo perchè il freddo è stato si intenso ma è arrivato in una stagione dove il sole è ormai troppo alto e potente.
Pochissime quindi le novità di quest'anno tranne che per l'attivista Enrico Bonino che riesce ugualmente a firmare una perla unica, già da me inseguita nel 2010.
Si tratta di "Walser direct-Issime", un bel 5°+ di 120metri che resta in condizioni per pochissimi giorni sopra la frazione di Zuino (valle del Lys). Ovviamente non si lascia scappare la sua nuova vicina, anch'essa molto estetica.
Mentre il Bonino firma un'altra probabile novità in Valnontey ("Un serpente per Anouk") i valsusini che hanno battutto alcune rarità a Novalesa salgono un evidentissima linea a destra della "Canna di Fenils"...
Si tratta di Andrea Mollo, che sale questi due bellissimi tiri chiamandoli "Il ciclone di Fenils". Tralascia purtroppo il tiro a frange che poteva essere il vero scoop del luogo e, aimè, poco dopo il caldo se lo mangia...
Nel frattempo Norberto, 9 anni
è alla sua seconda stagione
del mondo ghiaccio...
...ed io non sto salendo altre cascate se non quelle con i miei allievi finchè non vengo stregato dal mondo "Gulliver"...
Si, stregato è la parola giusta: l'effetto Gulliver sta proprio nello scatenare masse su una certa salita, non per il grado o la bellezza, è necessario solamente che la via pubblicata conti un discreto numero di ripetitori e di commenti positivi che magicamente diventa "alla moda" e se non la ripeti ti senti "Out", fuori dal giro!
Ecco che in un gennaio veramente magro è una festa per la brutta combinazione di "No thanks" più "Gelati", via mai considerata da nessuno e che per ragion di Gulliver dopo le vacanze natalizie ha contato un sacco di ripetizioni.
Il vero scoop dell'anno sono infatti le ripetizioni su "Gusto di Scozia", decennale via di Manu Ibarra mai ripetuta fino ad oggi. Dopo la ripetizione di Matteo Giglio ed un po' di foto pubblicate, boom!
...tutti a provare a scalar su "teppe" d'erba gelate come si usa in Scozia!
Ho perso il conto di quante cordate si siano cimentate a provare questa insolita scalata, vi dico solo che la via è a 2 ore di accesso dalla macchina ed il giorno nel quale l'ho scalata ero la terza cordata!
...e finalmente a metà Febbraio sulla parete delle pareti qualcosa va in condizione...
"Lacelle qui reste" combinata per un tiro con la vicina "Jeux de Quilles" è una delle poche vie quasi interamente in ghiaccio quest'anno: un colosso di 350metri che il super Miki Amadio concatena in libera compiendone probabilmente la prima realizzazione!
Il problema è il passaggio fra due frange: la prima con passaggi obbligatorissimi, protetti da viti malsicure, conduce ad un buon aggancio su ghiaccio dal quale si moschettonano un vecchio spittino ed un chiodo rovescio; qui la tacca più piccola del mondo vuole tutte e due le picche, non si possono accoppiare le mani se no rischi di cambiare l'angolo della lama e di passare giù come un missile, poi ci si apre alla frangia sulla quale, se ti trovi in libera, sei costretto ad un passo fisicissimo su ghiaccio che altrimenti eviteresti passando in A1.
Seguono una mirabile candela di 40 metri di 5°+/6° ed un durissimo tiro a frange di soli 10 metri. Infine una tecnica goulotte di una trentina di metri ti porta in cima alla via.
Due viti corte e qualche friends fino allo 0,5 sono stati necessari oltre alle normali viti.
Il tutto lo consumiamo in fretta attaccando nelle ore più calde con guantini e guscietto leggero pensando al mito che ci attenderà...
...un paio di giorni dopo...
Rappelle toi que tu es un homme
Aperta da Mulin negli inverni '90,'92 e '98 rappresentò un notevole passo avanti mondiale per i ghiacciatori.
é un mito che fino ad un attimo prima di attaccarla ci opprimeva con tutta la sua storicità.
...però all'attacco il sole ci scalda le ossa e dietro di noi ci sono due francesi (abbastanza sul "big" andante) che ridono e scherzano...si comincia così, con leggerezza!
La via è immensa eppure i tiri corrono via veloci:
il primo da noi valutato 6b si fa bene senza guanti e le mani non gelano troppo; Miki lo sale velocissimo e non si accorge nemmeno che i cinque chiodi non sono tutti buoni...
Il secondo, quello in origine valutato 7° è oggi un po' più facile ma è comunque un bel 6°+ su viti malsicure.
Poi si gioca su tetti di ghiaccio per tanti tanti metri fino ad arrivare al colonnone centrale della salita.
Questo in apertura non toccava e fu valutato M6+...
Oggi è tutto in ghiaccio
in spaccata contro la roccia
dove spit e chiodo
aiutano l'umore su questa colonna abbastanza vuota!
...e via veloci; ora la parte più ciccia, mancano circa 120metri e c'è del 5° sonoro, ma dopo ciò che abbiam fatto ci sembra di giocare... e poi, magia!
...il ghiaccio è piatto...
La fine!
è l'una, siamo increduli, non ci è sembrato di aver corso invece sono bastate 3 ore e mezza per consumare il mito...
Non siamo mostri: diversi buchi di chi ci ha preceduto e i consigli dati da Riccardo e Olivier che l'avevano salita 2 giorni prima ci hanno davvero aiutati.
Insomma, la più bella cascata della nostra vita è ancora in piedi, forse per poco...
Correte!!!!!!!!