...e i misteri dei ripidisti...
Cinque anni fa ero uno sciatore mediocre. Ero stato costretto ad imparare la disciplina all'età di 18 anni per affrontare le selezioni da guida alpina, poi però non avevo mai coltivato la passione. Esistevano quelle giornate chiamate "powder-day": andare con gli impianti dopo le nevicate in bei posti per "tritare"più polvere possibile e poi esisteva lo sci alpinismo: confinato alla mia attività con i clienti per scendere le montagne più classiche.
Poi ho conosciuto una banda di scalmanati, purtroppo per me molto più giovani, che vivevano seguendo il verbo di "Ripido", una raccolta di discese principalmente in Alpi Cozie e Graie...
Cominciamo a collezionare alcune discese di questo piccolo vangelo, scegliendo fra le più sciabili.
E si, ho detto proprio sciabili, perchè dovete sapere che il vero ripidista non è alla ricerca della curva più bella della vita, ma gode nella verticalità della linea e dell'inclinazione della discesa: più è ripida ed esposta, più è ambita e prestigiosa!
Viene da se che alcune discese sono un po' strane, e forse non proprio un inno al "free-ride".
Ligi al testo, per qualche anno imitiamo gli autori nella scelta delle condizioni: le pareti "esposte" si scendono su neve trasformata e vanno salite dallo stesso itinerario di discesa per studiarne le condizioni (e anche per far fatica, perchè mi sono convinto che il vero ripidista vuole fare fatica!)
Ma noi siamo dei free-rider! A noi la fatica piace poco!
Insomma fra un Rocciamelone in neve trasformata e una Ovest del Boucher su crosta portante iniziamo a vedere i video dei ragazzi di Cuormayeur: Civra, Capozzi e soci...
Cavolo, scendono tutto in polvere! Su qualsiasi inclinazione, dalla Brenva alla Tour Ronde...
Il pensiero quindi sorge spontaneo: perchè cavolo andiamo a scendere il Niblè ad Aprile salendo di notte anzichè scenderlo a gennaio a mazzogiorno in powder?
Solo perchè ne abbiamo visto le foto sui libri? Quelli di Cuorma mica staccano valanghe, sono dei maghi oppure anche la "polvere" può esser sicura?
E qui scatta il campanilismo, parchè se io dovessi innamorarmi di uno sport che dista dalla mia vita 160 km (ma soprattutto 80€ di viaggio) cambierei subito amore. Fortunatamente la val Susa di inverno si trasforma e fra Cesana, Sestriere, Monginevro, Bardonecchia e Moncenisio ci sono alcune fra le discese più belle e comode delle Alpi Occidentali.
Qui scatta anche un dubbio: scendere in polvere vuol dire anche salire in polvere e salire in polvere è mortalmente faticoso; infatti i ragazzi di Courma sono degli atleti pazzeschi mentre noi no!
Ma noi abbiamo un asso nella manica: le Boucles!
Qui scatta anche un dubbio: scendere in polvere vuol dire anche salire in polvere e salire in polvere è mortalmente faticoso; infatti i ragazzi di Courma sono degli atleti pazzeschi mentre noi no!
Ma noi abbiamo un asso nella manica: le Boucles!
Una di queste è sicuramente il couloir Nord-Est dello Chaberton
Un'altra è più nascosta: la parete Nord-Est del Roc del Boucher.
Fattibile in "boucle" (anello) presenta una salita dolce, dalla via normale della valle di Thures, per poi regalarti una discesa esposta e a tratti inquietante...
Avrete quindi compreso che il problema è che salire sulla polvere è faticoso, quindi il trucco è cercare una salita con poca neve dura per una discesa con tanta neve soffice.
Sul Boucher si riesce, ma a noi non basta, a noi non piace far fatica e siamo troppo poveri per l'elicottero, noi non vogliamo salire 1700m per scenderne 1700.... vogliamo molto di più...
La nord della Chalanche Ronde, grazie agli impianti di Monginevro obbliga a soli 700m di salita per una discesa di 1700 che sfocia a Desertes (Oulx).
Altra boucle eccezionale è il canale Nord della Pierre Menue, questo giro inizia con gli impianti della Norma (Modane). Vero è che obbliga comunque a 1400 metri di salita per "soli"1700 di discesa, ma per arrivare a quota 2000 dove inizia la via normale della salita si scende prima un bellissimo canale di 700m sovente in powder; quindi la discesa è pressochè raddoppiata rispetto alla salita.
E per ultima, ma solo in questo mio articolo, è la Pointe de Pécé. Sempre con i magici impianti di Monginevro si è costretti a tanti km di spostamento, ma a poca salita, per poi scendere una delle pareti più ludiche che esistano da noi...
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