Un modo differente di vivere uno dei rifugi più commerciali delle alpi...
Il rifugio è situato in un posto incantevole e l'ottima accoglienza fa si che la permanenza sia ancor più piacevole... e poi c'è la roccia!
La pietra è, a tratti, di qualità veramente superiore; degna di alcune placche del Monte Bianco si presenta rossa e a ghiandoni.
La pietra è, a tratti, di qualità veramente superiore; degna di alcune placche del Monte Bianco si presenta rossa e a ghiandoni.
Con questo spot voglio consigliarvi una bella idea per due giorni di bel tempo, ancora realizzabile fino alla metà di settembre:
Il primo giorno potete salire con comodo al rifugio per una scalata pomeridiana al Ciarforin.
Questa parete, esposta a sud Ovest, presenta numerose vie di varie difficoltà; le relazioni complete si trovano su un ottimo disegno appeso al rifugio. A mio parere sono interessanti due vie, le quali a tratti trovano la roccia migliore della zona.
"I segreti del guardiaparco" è stata aperta da Valerio Bertoglio nell'86; 6b è la sua difficoltà massima e sale in bellissimi diedri da proteggere; qualche chiodo in posto e soste ottimamente riattrezzate recentemente; una serie di friends fino al 2 è sufficiente.
Scendendo poi, non potete mancare il presunto 7b di "Jasmin", una placca veramente estrema che, a nostro parere, è già solo 7b fino ad un passo che ci è parso quasi impossibile... Questa è ovviamente aperta dal superfantaplacchista Maurizio Oviglia, il quale è riuscito a regalarci un sonoro 6b+ obbligatorio.
Il primo giorno potete salire con comodo al rifugio per una scalata pomeridiana al Ciarforin.
Questa parete, esposta a sud Ovest, presenta numerose vie di varie difficoltà; le relazioni complete si trovano su un ottimo disegno appeso al rifugio. A mio parere sono interessanti due vie, le quali a tratti trovano la roccia migliore della zona.
"I segreti del guardiaparco" è stata aperta da Valerio Bertoglio nell'86; 6b è la sua difficoltà massima e sale in bellissimi diedri da proteggere; qualche chiodo in posto e soste ottimamente riattrezzate recentemente; una serie di friends fino al 2 è sufficiente.
Scendendo poi, non potete mancare il presunto 7b di "Jasmin", una placca veramente estrema che, a nostro parere, è già solo 7b fino ad un passo che ci è parso quasi impossibile... Questa è ovviamente aperta dal superfantaplacchista Maurizio Oviglia, il quale è riuscito a regalarci un sonoro 6b+ obbligatorio.
Il secondo giorno tocca ad "Alison"!
Ricordate la copertina di "Rock Paradise"? ...c'è una foto di un totem roccioso ed un disegno stilizzato, beh, quella è "Alison" alla punta Marco.
Ricordate la copertina di "Rock Paradise"? ...c'è una foto di un totem roccioso ed un disegno stilizzato, beh, quella è "Alison" alla punta Marco.
Aperta da Maurizio Oviglia con Edo Demarchi nell'estate '97, la via sale una delle due pareti più interessanti della zona (l'altra è la bacca di Moncorvè, ma in questa la pietra non è certo bella). Non certo per i movimenti o l'estetica di ogni tiro, bensì per l'intuizione e la ricerca del buon itinerario che io l'ho reputata via interessante, bella e degna di esser consigliata. Unico difetto ne è il tiro di 7c, il quale non è in linea con il resto della via; neanche per impegno, essendo stato l'Oviglia troppo bravo: è riuscito in questo tiro a dare un potente 6b obbligatorio, difficoltà che non si incontra in nessun altra lunghezza.
Poteva a mio avviso esser evitato più a sinistra, facendone uno in comune con la via di Carlo Giorda. Queste son però visioni diametralmente opposte: L'Oviglia ha fatto di tutto per non avere tiri comuni ad altre vie, mentre io, attraverso un restyling, avrei approfittato per dar risalto ad alcuni tiri meritevoli come il muro centrale della via del Giorda attualmente in totale abbandono.
Dopo il bastone tocca alla carota, e qui la carota è il totem finale!
Incredibile: le altre tre vie della parete l'avevano evitato, invece è proprio li che la via prende senso, ed è per quel monolite che ammirate ogni volta che salite la normale del Granparadiso che, prima o poi metterete le mani su "Alison". Su questi ultimi 2 tiri la roccia diventa magnifica, come al Grand Capucin, e la cima aguzza ripaga di ogni sforzo!
Poteva a mio avviso esser evitato più a sinistra, facendone uno in comune con la via di Carlo Giorda. Queste son però visioni diametralmente opposte: L'Oviglia ha fatto di tutto per non avere tiri comuni ad altre vie, mentre io, attraverso un restyling, avrei approfittato per dar risalto ad alcuni tiri meritevoli come il muro centrale della via del Giorda attualmente in totale abbandono.
Dopo il bastone tocca alla carota, e qui la carota è il totem finale!
Incredibile: le altre tre vie della parete l'avevano evitato, invece è proprio li che la via prende senso, ed è per quel monolite che ammirate ogni volta che salite la normale del Granparadiso che, prima o poi metterete le mani su "Alison". Su questi ultimi 2 tiri la roccia diventa magnifica, come al Grand Capucin, e la cima aguzza ripaga di ogni sforzo!
Note tecniche:
la relazione dell'Oviglia su Rock paradise è ovviamente ottima. La via ha molti spit in posto, probabilmente aggiunti in discesa per indicare la linea più bella e solida. é quindi più che sufficiente
una serie di Camalot fino al 2 e 14 rinvii.
Le doppie con un po' d'occhio possono esser rapidissime ma le corde devono esser da 60 non accorciatesi nel tempo.
L'accesso invece è diventato più complesso rispetto alla descrizione originale; un crollo ha modificato il terreno: ora con molta attenzione bisogna superare una piccola fascia di roccia grigia che si è creata sotto la pietraia basale; in discesa si fa poi una doppia su due chiodi non troppo difficili da trovare. Dal rifugio sono necessarie poco meno di 2 ore per raggiungere la scritta d'attacco. Spero che il tracciato sulla mia foto sia utile.
la relazione dell'Oviglia su Rock paradise è ovviamente ottima. La via ha molti spit in posto, probabilmente aggiunti in discesa per indicare la linea più bella e solida. é quindi più che sufficiente
una serie di Camalot fino al 2 e 14 rinvii.
Le doppie con un po' d'occhio possono esser rapidissime ma le corde devono esser da 60 non accorciatesi nel tempo.
L'accesso invece è diventato più complesso rispetto alla descrizione originale; un crollo ha modificato il terreno: ora con molta attenzione bisogna superare una piccola fascia di roccia grigia che si è creata sotto la pietraia basale; in discesa si fa poi una doppia su due chiodi non troppo difficili da trovare. Dal rifugio sono necessarie poco meno di 2 ore per raggiungere la scritta d'attacco. Spero che il tracciato sulla mia foto sia utile.
Nessun commento:
Posta un commento